L'Avaro

 

Lo riconosci dalla sua generosità,rara, tenue, mirata.
Rara come il rinvenimento di un quadrifoglio,
Tenue come il sole di una mattina d'inverno,
Mirata come la speranzosa e ingannevole volontà
Di raccattare un illusorio tozzo d'affetto
Legato ineluttabilmente alla subdola pretesa dell'altrui disponibilità.
L'avaro vive in una valle arida, povera di alberi e frescure,
Ricca di cespugli spinosi, anch'essi avari di fiori e frutti.
L'avaro è avaro soprattutto con se stesso
Non sa che di quello che ha accumulato,ha sperperato mille volte di più
Ha sperperato la libertà, la gioia, l'istinto naturale del dare senza chiedere,
Il sublime arricchimento della propria anima.
Sicuramente l'avaro è l'uomo che vive di meno
Perchè lega la sua vita soltanto al suo transito terrestre.
L'avaro è una pianta senza semi,non seminerà,non raccoglierà.
L'avaro è anche l'uomo più ignorante della Terra
Perchè non conoscerà mai il gusto prelibato del donar qualcosa
E di quel dono, l'unica vera gratifica sarà per se stesso.
L'avaro è l'uomo più triste del mondo
Perchè ha sempre paura di perdere qualcosa.
L'avaro è l'uomo più solo del mondo
Perchè sa che chi gli vuole bene, non vuole bene a lui.
L'avaro non ha capito tante cose, qualcuno gli dica
Che alla fine della sua vita incontrerà l'avarizia pura
Quella che gli toglierà via tutto, anche l'ultimo respiro.

 

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